Più attenzione ai bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, nei diversi ambiti della vita quotidiana – salute, servizi sociali, mobilità, integrazione scolastica e lavorativa
Va in questa direzione il Protocollo firmato dalla Regione Emilia-Romagna, e con i Comitati regionali emiliano-romagnoli della Fand (Federazione Associazioni Nazionali Disabili) e della Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap). Per la seconda volta – dopo la prima intesa del 2015 – conferma in un’unica regia ruoli e funzioni dei soggetti coinvolti nei percorsi di sostegno all’autonomia e alla qualità della vita delle persone con disabilità.
“Rinnoviamo un impegno con chi rappresenta non solo le istanze delle persone con disabilità, ma anche le loro speranze e aspirazioni- afferma Bonaccini-. Nei mesi scorsi abbiamo incontrato i responsabili regionali di Fish e Fand, abbiamo ascoltato il loro punto di vista, nella consapevolezza che numerose persone in Emilia-Romagna vivono una condizione spesso difficile. Vogliamo che ciò che serva loro sia al centro delle nostre politiche di welfare e sanitarie. Investiamo un terzo del Fondo regionale per la non autosufficienza nei servizi domiciliari, diurni e residenziali, anche per dare un aiuto concreto ai loro familiari, così come destiniamo fondi alla formazione e all’inserimento lavorativo, all’abbattimento delle barriere architettoniche e all’adeguamento di appartamenti e edifici, per l’installazione di ascensori o montascale, solo per fare un esempio. Ma non è soltanto una questione di risorse. Attraverso l’azione congiunta di tutti gli assessorati competenti – dalla salute al welfare, dalla scuola al lavoro, dalla mobilità alle infrastrutture – vogliamo rafforzare ancora di più l’impegno per garantire alle persone con disabilità la possibilità di un progetto di vita reale e vogliamo farlo insieme a loro, partendo dalle loro esperienze”.
“Il rinnovo dell’intesa con le due maggiori Federazioni delle persone con disabilità- sottolinea Elly Schlein-, testimonia il grande impegno dei soggetti coinvolti e ha l’obiettivo di individuare prassi condivise, ulteriori collaborazioni e approfondimenti operativi per l’ascolto dei bisogni delle persone più fragili e per la loro piena autonomia e inclusione sociale. Con la firma del documento, daremo continuità alla strada intrapresa per non privare del dovuto sostegno anche le loro famiglie, sulle quali ha pesato gran parte del disagio e delle difficoltà determinate dalla chiusura delle strutture e dei servizi assistenziali a causa dell’emergenza sanitaria.
L’assistenza alle persone con disabilità in Emilia-Romagna
Ogni anno sono oltre 19 mila le persone con disabilità gravi e gravissime assistiti in Emilia-Romagna grazie alla rete dei servizi socio-sanitari per le persone in età adulta. Di questi, oltre 16 mila ricevono assistenza attraverso la frequenza di centri diurni socio-occupazionali o socio-riabilitativi (5mila persone), concessione di assegno di cura (2.400 persone), assistenza domiciliare o altri servizi (8.600).
Inoltre, è presente una rete di strutture residenziali che consente loro di rimanere nel territorio di origine, vicino alle famiglie, anche quando i genitori non sono più in grado di assisterli.
Sono circa 2.700 le persone assistite accolte nelle strutture residenziali,1.200 delle quali nei centri socio-riabilitativi, 400 nelle strutture per le gravissime disabilità acquisite, le restanti 1.100 in piccole strutture residenziali, come i gruppi appartamento e case famiglia. Si tratta di strutture di piccole dimensioni, fortemente radicate sul territorio, che rispondono agli standard di qualità delle norme regionali sull’accreditamento. Realtà che hanno consentito la chiusura dei grandi istituiti residenziali, ancora presenti in molte altre regioni d’Italia. Nella maggior parte dei casi le strutture sono gestite da soggetti privati, non profit, principalmente cooperative sociali.
Ogni anno circa un terzo delle risorse regionali del Fondo regionale per la non autosufficienza vengono investite nei servizi domiciliari, diurni e residenziali per le persone con disabilità, con una spesa che nel 2020 ha raggiunto i 170 milioni di euro, ai quali si aggiungono le risorse messe a disposizione dagli Enti locali (oltre 50 milioni).
Stop barriere architettoniche
Dal 2015, per la riqualificazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp) presenti in Emilia-Romagna sono state messi a disposizione 13 milioni di euro utilizzati per oltre 700 interventi. Opere che nel 2018 hanno riguardato anche l’installazione di ascensori, monta scale e altri lavori di adeguamento degli appartamenti per garantire anche agli assegnatari più fragili un utilizzo il più possibile comodo e funzionale. Dei 13 milioni, 4 milioni sono serviti in particolare per il superamento delle barriere all’accessibilità dell’edificio e dell’alloggio.
Ma l’impegno contro le barriere architettoniche – compreso l’adattamento dei sevizi igienici; l’allargamento delle porte; l’installazione di videocitofoni e sistemi di automazione per porte e cancelli – ha riguardato anche l’edilizia privata, con quasi 30 milioni di euro stanziati dalla Regione Emilia-Romagna sempre dal 2015 (19,5 milioni tra il 2018 e il 2019 dal Fondo nazionale, rifinanziato dopo 14 anni di stop, e 10,3 milioni da quello regionale. Risorse che ha consentito ai Comuni di sostenere più di 3mila nuovi interventi solo con il fondo regionale