“Io condivido” la Bottega dei Semplici Pensieri condivide: in cucina la disabilità si fa da parte

È’ una vera e propria sfida. Tre squadre, 24 giovani chef ed operatori di sala che si «affronteranno» a colpi di sapori e ricette. È «semplicemente chef», il primo contest di cucina dedicato a ragazzi down o lieve disabilità con l’obiettivo di favorire la loro autonomia e l’integrazione sociale attraverso l’inserimento nel mondo del lavoro. Il progetto, ideato e organizzato dall’associazione La Bottega dei Semplici Pensieri di Quarto, in provincia di Napoli, prevede un corso di formazione in cucina per ragazzi disabili e, a seguire, una competizione gastronomica tra squadre. Giunta alla sua terza edizione, l’iniziativa coniuga formazione e gioco con un grande impatto motivazionale sui partecipanti, favorendo competenze, formazione professionale e inclusione lavorativa nonché sociale: i ragazzi, formati ed autonomi, sono preparati per essere inseriti con professionalità all’interno di flussi di lavoro già organizzati.

Dopo un periodo di preparazione e formazione attualmente in corso, le squadre si affronteranno in una vera e propria gara culinaria durante la quale saranno premiati i concorrenti che avranno preparato il miglior antipasto, il miglior primo piatto, il miglior dolce e si saranno distinti nel miglior servizio di sala. L’evento, che vedrà i ragazzi sfidarsi tra cucina, impiattamento e servizio in sala, si svolgerà nelle prossime settimane (restrizioni Covid permettendo) negli spazi dell’Accademia Medeaterranea di Napoli.

«Nonostante l’esperienza di successo delle due passate edizioni, questa si è rivelata inedita sotto tanti punti di vista – spiega Mariolina Trapanese, presidente dell’associazione de La Bottega dei Semplici Pensieri – a cominciare dai primi mesi di formazione in zona rossa: abbiamo dovuto pensare a nuove possibilità e metodi, come quello della dad, soprattutto per venire incontro alle esigenze degli istituti scolastici e dei loro studenti, a casa per lunghi periodi. Non meno importante, è stato il confronto con il momento problematico vissuto nell’ultimo anno dal comparto ristorativo: vetrine spente, posti a sedere vuoti e cucine ferme da tanto tempo. Il nostro progetto ha, tra gli obiettivi, valorizzare il potenziale del territorio, considerata l’alta incidenza di attività ristorative e agrituristiche e produzione di prodotti di eccellenza della Campania: speriamo che possa rappresentare un segnale di speranza e di ripartenza per tutti e che l’inserimento lavorativo dei vincitori sia il primo degli atti di rivoluzione che ci attendiamo.

«Fino a non molti anni fa – prosegue Trapanese – sembrava impossibile parlare di lavoratori con sindrome di Down o lievi disabilità intellettive nel libero mercato. Oggi sappiamo che è possibile e utile, per il lavoratore, per l’azienda e per la società. Sono 2 piccoli cambiamenti di rotta. Ci insegnano ogni giorno che l’attenzione alle piccole cose e alle persone ci fa vivere meglio e che questa cosa riguarda tutti» . Alla giuria di qualità del contest, in cui figura anche lo chef stellato Gennarino Esposito, l’onere e l’onore di valutare l’andamento della competizione: ogni squadra viene seguita, sia nella fase di formazione che durante la gara, da esperti e professionisti del settore. I vincitori saranno premiati con tirocini retribuiti presso aziende della ristorazione e, più in generale, del settore del food&beverage, che hanno sposato il progetto e si sono rese disponibili all’inclusione.