L’accessibilità alle spiagge per i portatori di handicap deve diventare la condizione essenziale e irrinunciabile per l’ottenimento delle concessioni balneari. È la linea della Regione, che accoglie in pieno le richieste delle associazioni. L’assessore degli Enti Locali e Urbanistica, Quirico Sanna, ha incontrato oggi i rappresentanti dell’associazione SardegnAccessibile. “Si tratta di una battaglia di civiltà – afferma il presidente della Regione Christian Solinas – che deve immediatamente portare a soluzioni chiare e durature. Ci impegniamo fin da subito affinché l’applicazione di queste norme diventi obbligatoria per ottenere le concessioni balneari, tenendo conto di tutto ciò che è necessario e propedeutico alla piena fruibilità da parte di tutti i cittadini degli spazi delle nostre città e delle nostre località turistiche. Tutti i cittadini sono uguali davanti alle Istituzioni ed è importante che lo siano in ogni circostanza”.
Al momento, in Sardegna sono poche le spiagge che soddisfano i requisiti di accessibilità. Una situazione gravosa per i soggetti diversamente abili e i loro congiunti così come per quanti si trovino in condizioni di infermità momentanea. Tra le strutture alberghiere, solo il 17% su scala nazionale e il 13% su scala regionale dispone di una camera per i disabili. “Questo – spiega l’assessore Sanna – ha una ricaduta negativa anche sul turismo, precludendo ad una fetta consistente di visitatori la possibilità di fruire delle bellezze della Sardegna”.
“Tutte le spiagge dovranno dotarsi di passerella per l’accesso allo specchio acqueo tramite sedia a rotelle, della piattaforma annessa per i lettini, delle sedie a rotelle per l’ingresso in acqua così come dei servizi igienici accessibili a tutte le categorie di utenti – prosegue l’assessore -. Avvieremo un tavolo di confronto già la prossima settimana con l’associazione SardegnAccessibile, che si è resa altresì disponibile a costituire un gruppo di studio di supporto in Consiglio Regionale, aperto a quanti vorranno portare idee e soluzioni, che possa permettere di adeguare le leggi regionali in materia di accessibilità agli standard europei. Si tratta di un atto di civiltà e di un segno di rispetto del dettato costituzionale nonché della Legge n. 41 del 1986”.