Passeggiare, andare a far la spesa o raggiungere il luogo di lavoro: azioni semplici e quotidiane possono diventare avventure a ostacoli tra gradini e auto parcheggiate (colpevolmente) sui marciapiedi. E non è solo questione di barriere architettoniche.
«Indifferenza e mancanza di sensibilità sono le prime barriere perché prima dell’eliminazione degli ostacoli fisici bisognerebbe eliminare la maleducazione e le cosiddette barriere mentali, che limitano ancora di più la persona».
Parole di Sara Vergano e Mario Alciati (presidente dell’Unione Ciechi), che aggiungono: «Il problema centrale è che non si guarda al disabile che invece ha diritto alla piena partecipazione sociale». Con la necessità di adottare tutti gli accorgimenti per migliorare l’uso degli spazi e rimuovere possibili ostacoli fisici, si dichiarano concordi nel ritenere che troppo spesso la mancanza di inclusività non vada ricercata solo nelle normative, ma nel gap culturale.PUBBLICITÀPer accorciare questa distanza, secondo Vergano e Alciati «si potrebbe pensare alla formazione di un gruppo di giovani volontari, mamme con i passeggini, persone con qualsiasi fragilità fisica e infine esperti nel settore, tra cui anche persone che studino le risorse anche a livello europeo. Un gruppo di studio e di lavoro la cui finalità sia quella di abbattere tutti i luoghi comuni sulla persona “diversa” e, nella parte pratica, toccare con mano ostacoli come l’occupazione di parcheggi e di spazi che dovrebbero rimanere liberi per consentire il passaggio alle persone disabili e non».
Un percorso già avviato, spiega Sara Vergano: «Da anni le Politiche sociali del Comune hanno inserito nel loro programma il progetto educativo “Tu mi ascolti, io ti ascolto, conosciamo assieme il valore della diversità e della disabilità”». Un progetto portato nelle scuole dalla stessa Vergano (in qualità di dipendente amministrativa e ricercatrice dei meccanismi sociali alla base delle discriminazioni), in collaborazione con Mario Alciati.
Progetti e messaggi si ritrovano anche in campagne come quella contro il parcheggio selvaggio, per combattere l’utilizzo degli stalli riservati ai disabili. Messaggi che troppo spesso cadono nel vuoto: nel 2020, sono state 479 le multe per posteggio irregolare negli stalli gialli. Un numero inferiore alle 689 di un anno prima, ma comunque ancora alto: più di una sanzione al giorno, troppe se si contano anche i lunghi periodi di lockdown.
Sulle barriere architettoniche, per Vincenzo Soverino (vice presidente Aisla): «Aspetto culturale e tecnico vanno di pari passo. In città storiche come Asti ci sono aspetti della mobilità che si possono correggere e altri che non si possono stravolgere, penso a certi tipi di pavimentazione che pur non adatti alle carrozzine non si possono eliminare. Se ci sono ostacoli che non è possibile rimuovere, bisogna lavorare per non costruirne altri». Ecco perché, secondo Soverino, sarebbe importante la partecipazione di persone con disabilità in commissioni edilizie e tavoli tecnici.