Inclusione scolastica, dagli alunni con disabilità agli studenti gifted

Dagli inizi degli anni duemila, l’interpretazione di alcune condizioni di salute in neuropsichiatria infantile è cambiata, grazie ad alcuni concetti nati dalla ricerca in neuroscienze, un approccio scientifico basato sull’osservazione sperimentale delle funzioni della mente-cervello.

È stato possibile fare chiarezza su un’ampia serie di sintomi in NPI (spesso apparentemente distanti tra loro), sino ad organizzare e definire l’area dei disturbi del neuro-sviluppo. Qui si trovano la maggior parte di quei profili dinamico funzionali che sono di particolare interesse per il mondo della scuola, e la loro domanda di cura è divenuta nel tempo prevalente e pressante, tanto da impossessarsi quasi totalmente dell’attività dei servizi.

La prospettiva del neurosviluppo definisce in quali percorsi “quasi obbligati” di natura biologica, si costituiscano le caratteristiche del bambino che cresce nel suo ambiente, ne vengano limitate e modellate la dimensione della soggettività e dei risultati delle sue interazioni; la storia di vita di ogni singolo soggetto, è radicata dinamicamente e con elevati gradi di complessità, in uno specifico, e relativamente stabile, profilo neurobiologico di base.

Tutto ciò, rende ancor più importanti tutte quelle azioni che possano aiutare un bimbo /ragazzo dentro il suo ambiente di crescita e nel caso specifico, ad evitare che una dimensione di disabilità cognitiva (una disabilità caratterizzata da limitazioni significative del funzionamento intellettivo e nel comportamento adattivo, che si riflette sulle abilità pratiche e sociali) ed, all’opposto, di iper-dotazione (il ”dono” di  un livello mentale superiore alla norma e di doti specifiche), possano divenire fonte di inutili sofferenze ed una barriera allo sviluppo e benessere.

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