Quella del sostegno resta sempre una questione apertissima e piena di “grane”, di problemi irrisolti. E per avere un quadro chiaro della questione è meglio analizzare i numeri che mettono in rapporto il corpo docente di sostegno e quello degli alunni con disabilità.
Docenti di sostegno aumentati. Ma gli alunni con disabilità di più
Negli ultimi anni il numero di docenti di sostegno è aumentato: nel 1998 gli insegnanti di sostegno erano poco di 55 mila, ovvero nemmeno il 7% del totale degli insegnanti totali.
Nel 2020-2021, tuttavia, si è raggiunto il tetto di 184.834 docenti di sostegno, quindi più del 27% del totale, mentre si calcola che quest’anno saranno leggermente meno, ovvero 172.110.
Ma tale aumento di insegnanti di sostegno non basta, perchè gli alunni con disabilità sono anch’essi in aumento: nel 1990 erano 100 mila mentre dal 2015/2016 al 2020/2021 si è passati da 217.452 a 277.840. E questo solo considerando l’aspetto numerico che, come si può ben vedere, racconta di come gli insegnanti di sostegno non siano sufficienti.
Specializzazioni, posti in deroga e supplenti senza titolo: gli altri problemi
Se aggiungiamo il “classico” problema delle specializzazioni, delle cattedre in deroga e dei supplenti privi di specializzazioni, ci rendiamo conto che la questione è molto complicata.
Uno studio pubblicato dal sindacato Anief recentemente, evidenzia tali situazioni: a fronte di una popolazione studentesca disabile in costante crescita, peraltro in controtendenza con la contrazione generale del numero di studenti in atto, l’inclusione dei disabili nelle nostre scuole deve fare i conti con specializzazioni dispensate col contagocce in molte, troppe, regioni italiane.
Peraltro, come sappiamo, da poco si è concluso il nuovo ciclo di Tfa sostegno che ha mostrato le solite “discrepanze”, ovvero l’abbondanza di corsi di specializzazione laddove il fabbisogno di specializzati è ben soddisfatto (al Sud) e, al contrario, i pochi posti attivati al Nord, dove da anni si chiama per il sostegno anche da MAD.
A questo si lega l’altra questione degli incarichi su sostegno assegnati a docenti non specializzati che certo non potranno avere le stesse basi formative di un docente specializzato.
Poi c’è il problema posti in deroga, che non permette di garantire una continuità didattica agli alunni con disabilità: se per tutti gli alunni è particolarmente importante, per gli alunni speciale è fondamentale.
“Mentre il primo aspetto è certamente imputabile a scelte operate da molti atenei sulla base di meri limiti organizzativi e in totale spregio delle effettive esigenze dei territori, spiega Anief, il secondo e il terzo tradiscono, invece, le colpevoli mancanze dello Stato che, pur a fronte di una legislazione sulla disabilità tra le più avanzate al mondo, non è riuscito ad accompagnare quest’ultima ad una altrettanto efficace gestione e implementazione delle risorse umane (docenti, nel caso specifico) necessarie per la sua compiuta realizzazione“.
Ad un mese dalle vacanze di Natale, un numero non indifferente di alunni con disabilità non ha ancora il suo docente di sostegno annuale e almeno uno su tre non ha un insegnante specializzato nella didattica speciale, scrive Il Fatto Quotidiano, ricordando anche che “il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi aveva annunciato in pompa magna che dal primo settembre i docenti sarebbero stati tutti al loro posto, ma la promessa del professore è smentita dai fatti”.
I numeri dai territori
C’è da evidenziare anche una questione territoriale: 21mila sono i posti di sostegno in Lombardia (quasi 7mila in deroga), mentre sono oltre 8mila i posti in deroga in Sicilia (mentre 12mila sono quelli di ruolo).
Poi troviamo il Lazio con quasi 20mila posti (oltre 8mila in deroga). In Lombardia gli alunni con disabilità sono oltre un milione (il 15,7% del totale), mentre in Sicilia sfiora i 700 mila (9,3% del totale).
Particolarmente emblematico il dato del Friuli Venezia Giulia: 138mila alunni con disabilità (1,9% del totale) con 1.665 docenti di sostegno, praticamente un docente ogni dodici alunni.