A “Io condivido” Katia Catalano intervista Ada Rizzo

Ada come e perché nasce questo romanzo…sono molto incuriosita dal titolo
Nel mio nuovo libro dal titolo “Novanta battiti al minuto” pubblicato a febbraio del 2023, l’argomento si è manifestato attraverso una circostanza molto particolare. Lo scorso anno a maggio, tra una folla di 120.000 persone, ho incontrato colei che sarebbe divenuta la protagonista del mio romanzo, la donna che nel 2017 ha ricevuto il dono più prezioso che un essere umano possa ricevere, la chance di vivere per la seconda volta grazie ad un nuovo cuore. L’intreccio narrativo riporta infatti le vicende di Viola, questo il nome fittizio col quale imparerete a conoscere la protagonista del libro. Durante il nostro primo incontro fu lei a chiedermi di scrivere un libro sulla sua vita. Per rispondere alla seconda parte della domanda, quando si va ad impiantare un cuore, si suturano soltanto le parti vascolari, cioè le vene cave e l’aorta (arteria), per cui l’organo resta denervato, in un certo senso isolato dalle piccole connessioni nervose che fanno sì che il cuore reagisca alle emozioni, alla paura, alla rabbia accelerando o decelerando i suoi battiti. Per cui essendo “denervato” un cuore trapiantato pulsa ad una frequenza leggermente più alta… una sequenza di circa novanta battiti al minuto

Perché la scelta di questa tematica/argomento?
Avere accolto questo progetto editoriale è stata per me una grande sfida. Scrivere su di lei, ha comportato per me calarmi letteralmente nei suoi panni, imparare a vedere il mondo attraverso i suoi occhi ed il suo cuore, pensare come lei, sentire ciò che lei sentiva, per poter trasformare il suo universo interiore in parole ed emozioni. In questo romanzo ho dovuto confrontarmi con la paura più grande, ancestrale e primitiva di ogni essere umano, la morte, imprescindibile dalla tematica della donazione di organi. Non amo parlare di numeri ma è importante sottolineare che, oggi solo un terzo delle 9.500 persone poste ogni anno in lista d’attesa, riesce ad avere un trapianto.


Inoltre perché la scelta della narrazione in prima persona? Quali le difficoltà e i contributi esterni di esperti?
Scrivere Novanta battiti al minuto è stato sicuramente impegnativo ma nel contempo mi ha regalato un arricchimento interiore. Considero un privilegio aver conosciuto Lorena Tarter , questo il vero nome della protagonista del mio romanzo. Sono onorata di aver dato voce, attraverso la sua storia, ad ogni persona che sta affrontando o che si appresta ad intraprendere il difficile percorso fisico e psicologico che implica il trapianto di cuore. La delicata tematica che ho trattato, mi ha portata a scegliere una narrazione in prima persona, perché volevo ci fosse un rapporto diretto, senza filtri tra la protagonista e il lettore; solo i capitoli 15 e 16 sono descritti in terza persona, in quanto non è la protagonista a narrare. Inoltre, la complessità dell’argomento mi ha indotta a documentarmi, a studiare a fondo l’argomento ed infine a confrontarmi con figure professionali, primo fra tutti il cardiochirurgo dott.. Livio San Biagio, al quale ho sottoposto i riscontri scientifici inseriti nel mio romanzo per essere certa che qualsiasi contenuto da me trattato in quell’ambito, fosse corretto sotto ogni punto di vista Ed è a lui che mi sono ispirata per la figura del giovane medico specialista descritto nel libro, attraverso le parole di Viola.

Vorrei che ci parlassi degli aspetti psicologici dei personaggi e quale il messaggio che hai voluto dare?

E’ un libro a tratti crudo, in quanto ho ritenuto che fosse importante condividere col lettore alcune informazioni tecniche sull’intervento, ma che al contempo veicola un grande messaggio di speranza: la consapevolezza che la vita è un grande dono, che la nostra esistenza vale sempre la pena di essere vissuta nonostante gli ostacoli sul percorso ed infine perché dopo un trapianto è possibile una buona qualità di vita con aspettative sempre più lunghe. Vengono descritte le delicate dinamiche relazionali, all’interno della famiglia di Viola, nel primo capitolo viene descritto il forte legame tra Viola e il papà Marco, la loro affinità caratteriale ed il loro ottimismo. Successivamente si delinea il rapporto conflittuale con l’ex marito Edoardo. Ma è dalla relazione tra Viola e le sue figlie Giada e Ginevra che si percepisce fin da subito l’esistenza di una l’alleanza naturale, un legame forte. Sono due ragazze determinate e caratterialmente diverse che vivono il percorso di Viola ognuna a suo modo, con le proprie fragilità e con le proprie peculiarità. Sarà proprio nella fase più delicata del percorso, l’attesa dell’intervento e il periodo successivo che madre e figlie rafforzeranno ancora di più il loro rapporto.

Come questo romanzo può aiutare una persona in difficoltà’, una persona che affronta un simile percorso fisico e psicologico?
Il viaggio interiore che Viola intraprende, svilupperà in lei resilienza, imparerà inoltre ad indirizzare la propria determinazione per vivere e migliorarsi sempre di più. Durante la stesura della bozza, diverse volte ho immaginato Viola come la principessa che ha sconfitto il Drago accarezzandolo e se vogliamo dirlo in termini junghiani ( come afferma lo psicanalista svizzero Carl Gustav Jung), la metafora del Drago rappresenta il lato Ombra, la parte oscura di ognuno di noi, le nostre paure, in particolare quella più ancestrale ed oscura, la morte. Viola non avrà mai paura dell’intervento, non teme di morire… lei vuole vivere. In lei, ogni singolo giorno, si manifesta e si celebra la gratitudine verso la Vita e nei confronti dello sconosciuto donatore che le ha offerto la chance di nascere per la seconda volta. Viola è un inno alla Vita e questo è quello che vorrei arrivasse forte e chiaro attraverso il mio romanzo. Per cui, la risposta è sì, sono convinta che ogni lettore si possa identificare in qualche modo nel viaggio interiore di Viola, nel senso che ognuno ha il proprio Drago da affrontare. Del resto…siamo tutti in cammino verso la parte migliore di noi.

Perché dovremmo leggere questo romanzo?
Mi piacerebbe che il mio libro venisse letto per molteplici motivi: come autrice potrò vedermi e rispecchiarmi attraverso i vostri occhi e le vostre emozioni. Ogni lettore che acquisterà il mio libro, oltre che immergersi nelle vicende descritte, avrà l’occasione per soffermarsi sull’importanza di un gesto tanto altruistico ed incondizionato quale la donazione di organi, una materia sulla quale manca ancora una esauriente informazione ed una chiara legislazione in merito. Il romanzo contiene un potente messaggio positivo, un invito a non mollare mai, a comprendere che nessuno si salva da solo. A me piace pensare che ognuno di noi è parte di un arcipelago, non è un’isola… solo insieme è possibile farcela! Ed è soprattutto attraverso gli eventi più difficili e dolorosi che possiamo sviluppare resilienza, cioè accogliere e trasformare gli avvenimenti dolorosi, integrandoli nel nostro vissuto, in modo da dare un senso a quello che è accaduto, affinché nulla sia avvenuto invano. Sono assolutamente convinta che la nostra esistenza sia un bellissimo dono e attraverso le vicende di Viola, si può cogliere l’invito a proseguire questo magnifico viaggio che chiamiamo vita, a prescindere dagli ostacoli che incontriamo e dalla meta finale! Vorrei che il libro fosse letto affinché ogni persona, ogni genitore di ogni ragazza in lista d’attesa per un organo, che ha combattuto contro la paura di non farcela, che l’organo a lei destinato non arrivasse in tempo, che l’intervento non avesse successo, sappia che affrontare e vivere dopo un trapianto è possibile, anzi rinascere una seconda volta… è possibile e con aspettative di vita sempre più lunghe! Come ultima cosa vorrei sottolineare che parte dei proventi di questo romanzo, come avvenuto per i precedenti, “Volevo il tacco dodici?” ed “Iris Ali di vetro” sono stati destinati alla ODV KARIBUNI COMO, Associazione della quale sono onorata di fare parte, operativa da oltre 20 anni in Kenya, dove ha realizzato importanti progetti di sostegno alimentare, sanitario ed agricolo in favore delle comunità locali nella contea di Kilifi (Malindi).Infine, i miei libri si possono acquistare sulle maggiori piattaforme editoriali on line inclusa Amazon, prenotandolo presso la vostra libreria di fiducia o attraverso la mia pagina facebook Ada Rizzo Autrice.
Intervista a cura di Katia Catalano , supervisore Andrea Vai.