Campagna vaccinale a rilento, con i disabili che vivono nella loro famiglie ancora in attesa di essere sottoposti alla somministrazione insieme ai parenti o alle badanti che li assistono. Nel calendario delle vaccinazioni, infatti, non è stata ancora stabilita una priorità per questa categoria.
E sul tema, che ha suscitato le proteste delle associazioni di categoria, è intervenuta ieri la neo-ministra per le disabilità Erika Stefani. «Il primo atto ufficiale da ministro, condiviso con le due federazioni maggiormente rappresentative della disabilità – ha detto – è stato quello di inviare una lettera al collega Speranza, per sollecitare la platea delle persone con disabilità che dovranno avere insieme ai loro familiari, caregiver e assistenti personali, la priorità nella vaccinazione».
«Fino ad oggi – ha spiegato – il criterio individuato fa riferimento all’articolo 3 comma 3 della legge 104/92, che disciplina i casi in cui la disabilità è connotata da particolare gravità. Manca ancora l’indicazione generalizzata per la disabilità, che deve assolutamente prescindere dalla gravità della loro condizione, affinché venga inserita come prioritaria. Continuerò ad insistere su questa linea in tutte le sedi istituzionali» ha concluso Stefani.
Ieri, la Ledha (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) e la Fand Lombardia (Federazione tra le Associazioni nazionali delle persone con disabilità) hanno lanciato un appello a Regione Lombardia perchè tutte le persone con disabilità, i loro familiari e caregiver siano inseriti nella “fase 1 bis” del piano vaccinale e possano ricevere al più presto il siero contro il Covid-19. Attualmente la Regione ha inserito in questa fase coloro che risiedono nelle Residenze sanitarie disabili e nelle strutture psichiatriche, oltre a chi è colpito da disabilità insieme ad altre patologie; tutte persone che saranno vaccinate dopo la fase dedicata a operatori sanitari e sociosanitari. «Il rischio di questa situazione è che centinaia di persone con disabilità che non rientrano nelle categorie indicate per la “fase 1 bis” siano costrette ad aspettare settimane per la somministrazione del vaccino» sottolinea Alessandro Manfredi, presidente della Ledha.
Intanto la Toscana si prepara a rimodulare il piano vaccinale in vista del taglio delle forniture AstraZeneca. «Contro il virus non stiamo giocando una partita solo difensiva – ha commentato l’assessore regionale alla Salute, Simone Bezzini –, la macchina della vaccinazione viaggia veloce e potrebbe accelerare ancora di più se solo ci fossero più vaccini a disposizione». La priorità in questa fase sarà data ai disabili e ai soggetti fragili indipendentemente dall’età: in tutto 800mila toscani che hanno un’esenzione dal ticket per almeno una patologia.