Una casa famiglia immersa nel verde

La famosa prima pietra l’hanno messa la scorsa settimana. La fine dei lavori è prevista per dicembre 2022. Quel che avverrà in mezzo è la trasformazione di una antica villa con fienile – o meglio di quanto i decenni ne hanno lasciato in piedi, frutto di una generosa donazione testamentaria – in un centro multifunzionale immerso nel verde fuori Bologna, destinato soprattutto (ma non solo, come vedremo) a residenza per il «Dopo di noi». Il tutto grazie a Fondazione Cariplo e a un investimento di 3 milioni di euro che «rappresenta in modo esemplare gli orientamenti della Fondazione – parole del suo presidente Carlo Cipolli – per la tutela della dignità e l’inclusione sociale delle persone con diverse disabilità e fragilità».


Il complesso immobiliare in questione è quello di Villa Cuccoli, al centro di un’area che tutti da quelle parti conoscono come «Corte Palazzo», classico esempio di corte rurale ottocentesca in località Casadio nel comune di Argelato, neanche 15 chilometri a nord del capoluogo emiliano. A monte del progetto attuale, come si è detto, una donazione testamentaria. Che è quella della signora Maria Grazia Cuccoli, deceduta nel 2008, a seguito della quale Fondazione Carisbo è oggi proprietaria dell’intera corte e «ha deciso nel 2019 – riassume il presidente – di destinare un integrale e cospicuo supporto finanziario per la rifunzionalizzazione degli edifici e degli spazi adiacenti».

Pluralità

Il progetto, grazie all’accordo con il Comune di Argelato e con l’Agenzia servizi alla persona – Pianura Est, ha l’obiettivo di rispondere non a una singola ma a «una pluralità di richieste» – in tema di disabilità, fragilità più in generale, difficoltà abitative – di un territorio che comprende 15 comuni per circa 150mila abitanti.

La struttura sarà intitolata a Padre Gabriele Digani, socio della Fondazione negli ultimi dieci anni e per oltre quaranta impegnato come sacerdote all’interno dell’Opera di Padre Marella che «con i suoi soci, educatori e volontari – ha detto l’attuale presidente Michele Montani nel giorno del via ai lavori – conferma fin da ora il proprio impegno qui nel solco dell’esempio lasciatoci dal nostro fondatore». Il recupero globale del complesso, oltre a riqualificare gli edifici esistenti, valorizzerà l’aspetto anche paesaggistico della corte agricola e si proporrà come «un modello quale struttura sostenibile e autosufficiente, aperta a tutti per la promozione dell’integrazione sociale».

Transizione

In concreto il progetto prevede una grande area disabili di 240 metri quadri per il «Dopo di noi» al pianoterra e una al primo piano per «famiglie con necessità di una soluzione abitativa di transizione». «Abbiamo messo a sistema – ha precisato il direttore generale della Fondazione, Alessio Fustini – le competenze dei soggetti che lavorano sui temi dell’housing sociale per ottenere soluzioni condivise su Obiettivi di sviluppo sostenibile quali la riduzione delle diseguaglianze e in parallelo l’inclusività, la sicurezza, la sostenibilità degli insediamenti umani. E tutto questo naturalmente è in linea con la richiesta, da parte di Next Generation Eu, di investimenti a forte impatto sociale che coinvolgano attori pubblici e privati in processi trasparenti e monitorabili».



«Un progetto che grazie alla collaborazione con l’Università di Bologna tramite i fondi europei di Horizon2020 – ha aggiunto la vicepresidente della Regione, Elly Schlein – mira anche alla decarbonizzazione e alle migliori prestazioni energetiche con l’uso delle tecnologie più avanzate per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Tenendo insieme inclusione sociale e transizione ecologica. Un esempio di partenariato sul territorio che produce valore per tutta la comunità».