The Specials, un film sull’autismo

Arriva in Italia The Specials, il film francese premiato da pubblico e critica che racconta la routine e le difficoltà quotidiane affrontate da due uomini che si occupano di adolescenti autistici. A dirigerlo sono i francesi Eric Toledano e Olivier Nakache, i registi del film campione d’incassi Quasi amici, che trattava del rapporto speciale fra un uomo con disabilità e il suo caregiver.Potrebbe interessarti anche…

The Specials sarebbe dovuto arrivare in sala il 29 ottobre, invece sarà a disposizione sulle piattaforme online dal 18 novembre. È stato presentato come evento speciale ad Alice nella Città, rassegna autonoma e parallela alla Festa del Cinema di Roma, dai due registi Toledano e Nakache e da Reda Kateb, uno dei due protagonisti insieme a Vincent Cassel.

Il film racconta le associazioni presiedute da Bruno e Malik che si occupano di bambini e adolescenti autistici e che formano ragazzi di quartieri difficili per farli diventare educatori. Bruno e Malik sono ispirati a due persone e associazioni che esistono davvero: Stéphane Benhamou, fondatore dell’associazione Le Silence des Justes, e Daoud Tatou fondatore di Le Relais IDF.

L’incontro fra i due registi e Behamou è avvenuto nel 1994 durante un campo estivo, racconta Toledano, e qualche tempo dopo hanno incontrato Tatou: “La storia parte dalla conoscenza reale del personaggio interpretato nel film da Cassel, l’abbiamo seguito e abbiamo scoperto le difficoltà della sua associazione. L’abbiamo seguito per alcuni anni ed è una domanda pertinente, più andavamo avanti con la nostra cinematografia e più abbiamo confuso la realtà con la finzione. Siamo diventati più familiari con il linguaggio che usiamo e abbiamo deciso di proporre agli attori non un copione, ma un’avventura umana, abbiamo coinvolto poi gli adolescenti autistici dicendo loro che l’avremo portati sul set per lavorare a noi. Rispetto a Quasi Amici dove la finzione incontrava la realtà, in The Specials due universi si incontrano”.Accanto a Vincent Cassel, che nel film interpreta Benhamou, Reda Kateb dà il volto della versione “fiction” di Daoud Tatou, Malik, e così l’attore ha preparato il ruolo: “Ho incontrato Tatou, altri educatori, Stéphane e ragazzi autistici. Ho provato a cogliere l’umanità, l’energia di queste persone senza imitarli, ma volevo entrare nel loro movimento, restituire lo sguardo non giudicante o di compassione che queste persone hanno. Sono persone speciali, fuori dalla norma (in francese hors normes, il titolo originale del film ndr). Quando scelgo un ruolo cerco di non ripetermi, in questo caso volevo imbarcarmi in quest’avventura umana che mi avrebbe fatto crescere come persona al di là del cinema”.

L’uscita del film in Francia ha cambiato qualcosa per la vita delle persone autistiche, come spiega Nakache: “È un argomento complesso, non prioritario nelle nostre società. Il film ha comunque smosso le cose portando attenzione su queste tematiche. In principio volevano sistemare la situazione prima dell’uscita del film e hanno organizzato una premiere all’Eliseo. Per le associazioni, quella di Stéphane Benhamou ha ricevuto più fondi ma mantiene lo stato di struttura sperimentale”. Una tematica importante e che i registi hanno trattato con “il tempo necessario” senza frette e facendo numerosi sopralluoghi: “Viviamo nel tempo dell’immediatezza, dopo 5 minuti le cose sembrano già vecchie – spiega Toledano – È un argomento difficile e delicato che non potevamo esaurire in una settimana, non siamo giornalisti che dobbiamo pubblicare un pezzo in poche ore, abbiamo seguito i ragazzi, gli atelier di teatro e abbiamo realizzato il film quando tutti eravamo pronti”.

Una realtà alterata anche a causa del primo lockdown dello scorso marzo, molto pesante per le famiglie di ragazzi autistici, come sottolinea Nakache: “Qualche mese dopo, il lockdown e la pandemia hanno messo sotto una luce più chiara, i problemi che affliggevano le nostre società: i meno pagati erano i più necessari e sono quelli che hanno sempre lavorato. Ci siamo chiesti come ci occuperemo delle persone più vulnerabili e fragili? Le famiglie con ragazzi autistici in casa hanno avuto difficoltà enormi e i poteri pubblici si sono mossi. Stéphane e Daoud hanno ricevuto molte domande da volontari, il confinamento ha messo in luce le necessità dei più vulnerabili”.

Dopo Quasi amici, Samba anche in The Specials, i due registi raccontano un’utopia possibile: “Sono d’accordo – afferma Toledano – abbiamo voglia di raccontare utopie sociali cercando esempi veri, come per Quasi Amici su un’amicizia improbabile o in Samba. Raccontiamo l’improbabile, dei percorsi positivi, raccontiamo le eccezioni che confermano la regola. Non siamo ingenui, non crediamo a Babbo Natale e ci riconosciamo nella frase di Boris Vian: Questa storia è vera perché l’abbiamo inventata”.

Finzione fino a un certo punto, visto che The Specials si presenta come un ibrido in cui i due registi mescolano abilmente finzione e realtà, spiega Nakache: “Ci siamo veramente presi il tempo necessario per lavorare con queste persone, con queste associazioni che conosciamo da 20 anni. Abbiamo passato molto tempo con loro, abbiamo scritturato dei ragazzi autistici e dei veri educatori. Abbiamo mischiato le carte in tavola e c’è un continuo incontro della realtà nel cinema e del cinema nella realtà”.

Il film è dedicato agli eroi senza volto, gli educatori degli adolescenti autistici: “Il rapporto fra un educatore e un adolescente autistico va oltre l’amicizia. Una mamma di un ragazzo autistico ci ha detto che fra suo figlio e il suo educatore si è creata un’amicizia che il ragazzo non ha più avuto. Molti s’ispirano a chi distrugge il mondo, a noi invece interessa il contrario, senza scadere nel buonismo, possiamo farlo con la commedia. La prossima volta ci metteremmo un po’ di cattiveria in più… magari ispirandoci ai geni della commedia italiana, ecco, metteremo un po’ di Gassman in più”.