Spiagge senza barriere: ancora un sogno…

Ciao a tutti, è tempo di ferie, andiamo in spiaggia e ci prendiamo dei momenti di relax, fare il bagno, sdraiarsi sotto l’ombrellone, con qualche puntatina al bar. Fin da bambina ho sempre adorato questo periodo dell’anno per vivere delle giornate in spiaggia e in acqua, soprattutto. Quando si è piccoli non si sente per nulla l’incompatibilità delle nostre spiagge con il limite della disabilità perché gli adulti ti prendono in braccio per andare in acqua, per giocare o semplicemente per spostarti all’ombra dell’ombrellone.

Con l’età adulta, che io ho raggiunto già da un po’, cambia tutto o quasi…..la carrozzina diventa un ausilio indispensabile per la mobilità, essendo io una persona non deambulante; di certo non puoi più essere sollevata con facilità come una volta, ma sapete cos’è che non cambia? Non cambia la voglia di vivere meravigliose giornate con parenti e amici al mare. Avete mai provato ad andare in spiaggia a bordo di una carrozzina? Purtroppo le spiagge totalmente accessibili sono ancora poche e non sono nella mia zona. La prima cosa che richiama l’attenzione, per non dire preoccupazione, quando arrivi in spiaggia sarà la passerella che non raggiunge il bagnasciuga dove la tua carrozzina un po’ cammina, ma finisce alla prima fila di ombrelloni. Lì sicuramente affonderai con la tua 4 ruote nella sabbia asciutta e molto molto calda. Come raggiungere il mare senza una sedia Job? Non ne vedo neanche nei lidi adiacenti.

Vabbè, penso, mi sistemerò sul lettino sotto l’ombrellone, accanto alla passerella (ho prenotato per tempo questa postazione) e prenderò un po’ di sole, ma anche questo non è una cosa facile. Per chi non lo sa, noi carrozzati ci possiamo spostare autonomamente con dei trasferimenti carrozzina/sedia, carrozzina/lettino, basta solo che siano sullo stesso livello. E’ lì arriva una nuova scoperta: la passerella è vicina al lettino, ma non sullo stesso livello e con non poca distanza, quindi trasferimento impossibile!! E ora che si fa? Me ne torno a casa? Questi sono i momenti in cui si capisce che si sente parlare tanto di inclusione, ma come ci può essere? In realtà non si pensa neanche che una persona in carrozzina può aver bisogno di piccoli accorgimenti per far sì che anche lei possa vivere la spiaggia e farsi un bagno in mare.

La società ti chiude le porte in faccia, alcuni sono stupiti che tu in carrozzina sia lì, è come se ti dicessero: “Non è una spiaggia accessibile, cosa ti aspetti?”. Io non mi aspetto nulla che non si possa prevedere e sistemare, le soluzioni ci sono, ci vorrebbe attenzione e buon senso. Trovare una sedia job o una passerella di poco più lunga che arrivi sul bagnasciuga, o magari entrambe le cose, delle pedane che permettano di andare sotto l’ombrellone e sdraiarsi sul lettino, non mi sembra di aspettarmi tanto, non credete?

Comunque, per tornare alla mia giornata al mare, non è stata del tutto una catastrofe, solamente grazie ai miei familiari che hanno spinto la carrozzina sulla sabbia asciutta fino al mare; in assenza della sedia job, credetemi, è uno sforzo enorme! Mi hanno sollevata per i vari spostamenti sotto l’ombrellone. E’ questo che accade a noi persone disabili e alle nostre famiglie, un insieme di imprevisti in spiaggia da affrontare tutti insieme con fatica e sudore. L’inclusione in spiaggia è possibile! Se manca la sensibilità dei gestori dei lidi, dovrebbe intervenire l’autorità competente e richiedere l’adeguamento alle normative vigenti in materia di abbattimento delle barriere architettoniche.

Io credo che in ogni città ci dovrebbe essere una o più strutture balneari, anche gestite dal Comune, attrezzate per accogliere persone con disabilità motoria: questa sarebbe la vera inclusione, un chiaro segnale di rispetto e considerazione! Tutti hanno diritto a vivere la spiaggia senza barriere!