Il mare di Alghero è più bello perché è accessibile a tutti. L’hanno sperimentato tantissimi sub con disabilità arrivati da ogni parte d’Italia
Per una settimana, sino a ieri, si sono dati appuntamento nell’Area marina protetta di Capo Caccia – Isola Piana, aderendo alla manifestazione promossa da Hsa, Handicapped Scuba Association, organizzazione internazionale didattica specializzata nell’insegnamento e certificazione subacquea di persone disabili, coi volontari subacquei, istruttori e guide delle scuole di diverse regioni.
“Nel mare non ci sono barriere, con un buon addestramento chiunque può fare attività subacquea in sicurezza”, è il credo dell’associazione che dagli anni Ottanta promuove il diving per persone con disabilità, organizzando iniziative in tutta Italia. Partendo dal diving di Porto Conte, la comitiva si è immersa sotto la falesia di Punta Giglio e ha librato al cospetto di fondali fuori dal comune. Per Hsa l’evento è uno strumento, l’obiettivo è garantire permanentemente immersioni accessibili a tutti, permettere anche agli appassionati con disabilità di avere ovunque un punto di riferimento attrezzato.
“Lavoriamo per l’inclusione, l’accessibilità, l’abbattimento delle barriere”, conferma Gian Domenico Cicciarella, istruttore Hsa e principale promotore dell’iniziativa che ha chiuso i battenti ieri. “Operiamo per garantire questa esperienza a chi non può viverla in proprio. Potenzialmente si può portare facilmente una persona con disabilità in acqua, ma noi cerchiamo di portare più persone contemporaneamente”.
Il bersaglio è centrato. “In acqua ti rendi conto di essere completamente autonomo, è una sensazione di libertà totale – dicono i partecipanti – È bellissimo, grazie a Hsa da cinque anni posso vivere il mare diversamente”, spiega uno di loro, mentre un altro esalta il contesto che ha ospitato la manifestazione. “Era la mia prima immersione in Sardegna – afferma – non vedo l’ora di fare un altro tuffo”.