Emanuela, 12 anni, è una bambina disabile protagonista suo malgrado di una triste storia raccontata da Avellinotoday. Come denunciato dalla famiglia la piccola frequentava un centro di riabilitazione di Montefalcione, o meglio, quattro/cinque volte alla settimana una fisioterapista la raggiungeva a casa per le sedute di terapia domiciliare. Ma quando la fisioterapista ha dovuto assentarsi per diversi mesi e il centro ha mandato una sostituta che non è riuscita a entrare in sintonia con la bambina. I familiari hanno chiesto di sostituirla con un’altra ma – dopo un mese senza terapia – è giunta la chiamata dal centro in cui venivano proposte le terapie ambulatoriali. E al rifiuto della famiglia di Emanuela, la decisione del centro si tramutava immediatamente nella sospensione delle terapie.
Avellino Today ha raccolto l’appello disperato dei genitori di Emanuela che, adesso, sono pronti anche ad adire le vie legali, pur di vedersi riconosciuto un diritto conquistato con enorme difficoltà: “Nostra figlia è disabile e faceva terapie domiciliari. La fisioterapista che la seguiva è cambiata. La sostituta non si era integrata con la bambina e, quindi, avrebbero dovuto mandarci un’altra terapista ma così non è stato. In pratica, non abbiamo avuto alternative.
C’è stato detto che avrebbero potuto fare terapie ambulatoriali ma, per i problemi di Emanuela, sarebbe stato impossibile. Adesso mia figlia è rimasta senza terapia e ci siamo anche sentiti dire che, in fondo, ci sono tanti altri centri cui potremmo rivolgerci. Non è possibile, noi non possiamo portarla al centro e dovremmo portarla cinque giorni a settimana, con altri due bambini piccoli, uno di tre anni e un altro di nove anni. Se abbiamo ottenuto l’assistenza domiciliare dimostrando che – questa – è l’unica che Emanuela può seguire, perché dobbiamo fare per forza l’ambulatoriale? È un nostro diritto. Inoltre, pure facendo un sacrificio, mia figlia porta il busto a causa di una scoliosi molto grave e, adesso, è ferma da più di un mese. Non abbiamo assolutamente la possibilità di acquistare un’auto adatta a un trasporto di questo tipo e, per colpa loro, mia figlia è allettata tutto il giorno. Infine, anche volendo rivolgerci a un altro centro, ci sono liste d’attese lunghissime, anche di un anno. Non sappiamo davvero che fare, per favore aiutateci!”.
A sostegno della famiglia si è espresso il Coordinamento Regione Campania del M.I.D. Movimento Italiano Disabili: “Unitamente alla famiglia di Emanuela chiediamo che vengano riconosciute le giuste terapie domiciliari e con personale qualificato. Così come chiediamo che venga immediatamente revocato il provvedimento di sospensione delle terapie; garantendo, in questo modo, una legittima assistenza sanitaria”.
Notizia presa da https://www.today.it/citta/terapie-domiciliari-bambina-disabile-avellino.html