Presentato il progetto ‘Autonomy’: un percorso di vita indipendente per i disabili

Si rivolge a persone che hanno bisogno delle capacità necessarie per emanciparsi dal contesto familiare e per un ottimale inserimento sociale. Ieri mattina in frazione Artallo è stato presentato del progetto assessore ai Servizio sociali del Comune di Imperia  e presidente del Distretto Sociale imperiese, , direttore struttura complessa disabilità adulti ASL 1 Imperiese, presidente ANFFAS Imperia, , presidente CSV Polis. Inoltre hanno partecipato le associazioni: .

“Il progetto Autonomy – è stato spiegato -si rivolge a persone con disabilità che hanno bisogno di percorsi di apprendimento di autonomie, di abilità e di capacità necessarie per emanciparsi dal contesto familiare e per un ottimale inserimento sociale. L’adesione al progetto avviene attraverso la richiesta, da parte dei destinatari o delle loro famiglie o amministratori di sostegno, al capofila che ne condivide la fattibilità. Il progetto è di durata triennale (36 mesi) ed è stato possibile realizzarlo grazie al sostegno della Fondazione Carige che ha erogato un contributo di 20.000 euro L’idea progettuale è quella di predisporre degli spazi nei quali ricreare alcuni luoghi di un’abitazione (cucina, lavanderia, camera da letto) per acquisire autonomie mirate alla gestione degli stessi. Le persone con disabilità potranno quindi esercitarsi nelle attività domestiche, nell’acquisizione di competenze sociali e relazionali e di abilità cognitive. Si può parlare, quindi, di un laboratorio finalizzato allo sviluppo di autonomie, utili per la vita personale e per favorire percorsi di inclusione sociale (PIS). La presenza di una cucina e la possibilità di imparare a svolgere tutte le attività specifiche relative ai pasti (cucinare, apparecchiare la tavola, fare la lavastoviglie, ecc.) consente di acquisire competenze sia per gestire la preparazione di pasti all’interno della propria abitazione sia per un percorso professionale inerente l’attività di cucina/ristorazione. La cucina, inoltre, potrà essere utilizzata per organizzare eventi di socializzazione gestiti dalle persone con disabilità supportate dagli operatori. La durata e l’intensità dell’intervento sono calibrate sulla singola persona insieme alla famiglia, ai servizi e alla persona stessa. Si ritiene che la durata minima del percorso debba essere di dodici mesi e quella massima di tre anni. Questo arco di tempo prevede la realizzazione degli interventi e delle attività necessari al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Individualizzato di Assistenza (PIA), all’interno del più ampio progetto di vita. Il PIA, elaborato dal capofila in collaborazione con ASL1 imperiese e DSS3 imperiese, definisce obiettivi, modalità e tempi per l’apprendimento. I partecipanti potranno essere seguiti da un operatore attraverso la creazione di piccoli gruppi sulla base delle competenze presenti e delle autonomie da acquisire. Al termine di ogni percorso individualizzato è prevista la redazione di una certificazione che attesti le abilità raggiunte e i supporti necessari, spendibile a livello personale e professionale.

Da sottolineare è che il progetto permette l’apprendimento delle autonomie anche per coloro che si preparano a percorsi di vita indipendente o ad andare a vivere in un Dopo di Noi (legge 112/2016). Contemporaneamente sarà strutturato un percorso di parent training per i familiari di coloro che aderiranno al progetto. Le famiglie, quindi, accompagneranno i figli attraverso incontri per sviluppare appieno le proprie potenzialità e per affrontare le difficili tematiche della simbiosi, dell’adultità delle persone con disabilità, insieme con i bisogni che tale situazione comporta, oltre che del distacco. Questo perché si ritiene che l’autonomia delle persone con disabilità possa essere raggiunta solo se supportata e incentivata dalle famiglie. Annualmente sarà organizzato un soggiorno estivo fuori dal proprio contesto quotidiano, in cui potranno essere sperimentate le autonomie raggiunte, grazie al distacco temporaneo dalla propria famiglia e alla partecipazione a laboratori specifici. Fondamentale sarà la presenza di volontari qualificati che supporteranno le persone coinvolte. I volontari saranno gli stessi che insieme all’educatore, settimanalmente, sosterranno il percorso di apprendimento delle persone con disabilità. Si ritiene, infatti, che la presenza dei volontari possa permettere un lavoro maggiormente individualizzato e calibrato sulle potenzialità dei soggetti con disabilità coinvolti. Al termine del progetto sarà organizzato un convegno di disseminazione per informare la collettività delle attività svolte e dei risultati raggiunti.

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