“Io condivido” Giuseppe Pasqualetto, la mia odissea sono malato grave, che non riesco a ricoverarmi neanche fuori Sicilia

Mi chiamo Giuseppe Pasqualetto, nato a Caltanissetta nel 1963; il 13/10/2009 sono diventato disabile a causa di emorragia cerebrale al tronco encefalico. Mi hanno fatto tre estreme unzioni, 2 tracheotomie, ho avuto un blocco renale, la sindrome di Lyell. Sono stato ricoverato ben 747 giorni di cui 90 in coma vegetativo“.

Questa è la storia di un malato siciliano. Un malato grave che nonostante le sue patologie e le sue difficoltà è costretto a combattere contro un “sistema”. Quello della sanità siciliana fatta di burocrazia ed avvelenato dalla routine che spesso riduce i malati a numeri, a pratiche, da “sbrigare” e chiudere prima possibile. Perché ciò che conta non è la salute dei pazienti, ma, per il “sistema”, contano più di altra cosa i soldi. Riceviamo la sua lettera restando a disposizioni per repliche ed eventuali comprovate smentite.

LA LETTERA

“Mi è stato certificato dai medici che ho sempre bisogno della fisioterapia ed in regime di ricovero. Sono stato così ricoverato   all’ospedale ; al centro di per 3 volte. Qui durante una delle mie tre degenze, è mancata l’acqua ed ho inviato una mail di protesta al Dott., direttore generale di quel periodo. Vennero nella mia stanza il direttore scientifico, Prof.  con il direttore sanitario, non ricordo il nome. Bramanti mi chiese chiarimenti sulla mia lamentela. Risposi che in un ospedale non può/non deve mancare l’acqua. Ma lui rispose: per adesso è così. Con l’acqua fisiologica non posso lavarmi, risposi io. ‘Se lei vuole accertarsi se c’è acqua vada in bagno e verifichi” Risultato? Non mi ricoverano più perché ogni volta che chiamo mi dicono ‘oggi, domani la richiamiamo…’ Ma non mi ha mai richiamato nessuno. Non ho niente da recriminare ai professionisti e alle maestranze, rimane un ottimo centro.

All’ospedale (ricoverato 4 volte), il primario, Dott. dopo avergli chiesto, con forme urbane, di essere dimesso alcuni giorni prima, dato che avevo prenotato una visita oculista dal Prof. a Catania, il 6/10/2020, ha pensato di rispondermi: ‘l’ospedale Maugeri non è un albergo’, sottolineando che sarei stato “favorito (non so da chi)” e che fino a quando ci sarà lui non mi ricovererà più.

Al centro di riabilitazione Gli Angeli di Padre Pio di San Giovanni Rotondo (ricoverato 3 volte); all’I.R.C.C.S. , ho chiamato, anche, l’ospedale di la risposta è stata sempre la stessa: non possono ricoverarmi perché ‘è passato molto tempo dall’evento grave’. Ma, come dicevo, ho, purtroppo, sempre bisogno della fisioterapia e dei medici. Mi hanno consigliato di effettuare terapia robotica, idroterapia, che in Sicilia non si effettua tranne, in modo ridotta, al centro neurolesi di Messina, dove però sembra che non mi VOGLIANO.

L’unica struttura alternativa al Neurolesi, al Sud, adatta al mio caso, è quella di cui hi riferito, ma per andarci, dato che si trova in altra Regione, è necessaria l’assistenza da parte del S.S.N., cioè l’autorizzazione che rilascia l’azienda sanitaria della provincia di appartenenza, CHE NON AUTORIZZA. A riprova di ciò che affermo. nel 2016 ho provato a farmi autorizzare il ricovero. Ho fatto informare una persona di mia fiducia che mi ha preso un appuntamento (a causa della mia disabilità non ho più la patente di guida e quando mi devo spostare prego terze persone, al centro di San Giovanni Rotondo non POSSO andarci a pagamento dato che mi è stata concessa una pensione bassa) tramite il CUP, con il fisiatra, Dott. , il quale, però, mi dice: ‘lei dopo 15 anni cosa spera di migliorare?’ Rispondo offeso: se ci vado sono fatti miei, poi non sono 15 ma 7 anni. Ma non ricevo l’assistenza richiesta. Così nel 2017 mi dicono di seguire lo stesso iter. Il Dott. , sempre lui, mi dice, dimostrando però di non avere letto il mio dossier clinico: ‘considerato che sarebbe la terza volta che richiede l’autorizzazione le dico no perché devo dare spazio ad altre persone’. Rispondo, per chiarire: guardi dottore che ci sono stato una volta; lui, ad alta voce, aggiunge: ‘lo deve dire a me?’ . Rispondo, ad alta voce, allibito: e lei lo deve dire a me? Nel 2019, la richiesta è stata complicata ma quest’anno è stata peggio.

A Gennaio 2019 mi hanno accompagnato dal Dott.  responsabile dell’U.O.C. Di Caltanissetta, per richiedere l’autorizzazione per il ricovero presso Gli Angeli di Padre Pio, che mi ha mandato sempre dal Dott. Gladinoro Fava, il 13 Febbraio ho fatto la visita e dopo che ha compilato il verbale nel quale certifica il bisogno delle cure mi è stata data finalmente l’autorizzazione, con il protocollo dell’ASP con il numero 153, il 31 Luglio, dopo tante proteste. Ma ad oggi nessun ricovero. E’ stata addotta la responsabilità del ritardo alla mancanza di personale. Ho inviato diverse mail al direttore generale dell’ASP2, ma non mi ha mai risposto. Mi è stato detto, informalmente, da un amico che lavora all’ASP, che è inutile, quest’anno, presentare la richiesta per andare a San Giovanni Rotondo poiché sarà rigettata. INSOMMA Ho bisogno di cure e non di burocrazia e di silenzi!”.