“Io condivido” ci vuole tempo, ma ci vuole che se ne parli

Fuori la Voce e Donnexstrada: due iniziative concrete di supporto alle donne

I cambiamenti socio-culturali richiedono tempi lunghissimi. Ci vuole tempo perché la società inizi a pensare in maniera differente, ci vuole tempo affinché si instauri una nuova narrazione sulla questione della violenza sulle donne e, più in generale, sulla considerazione stessa della donna, in quanto essere vivente dotato del diritto di vivere una vita senza paura. Sì, ci vuole tempo, ma soprattutto c’è bisogno che se ne parli. C’è bisogno anche di iniziative come quella di “Fuori la voce” e di “Donnexstrada”, che rappresentano un aiuto concreto per chi è in difficoltà.

In un 2021 ancora lontano da un futuro di libertà e uguaglianza tra i generi, le donne sono ancora costrette a essere parte di una narrazione figlia di un’educazione sbagliata rispetto alla parità di genere. Frasi come “se l’è cercata”, “dipende com’era vestita”, “di sicuro aveva bevuto”, “non si può denunciare uno stupro dopo mesi”, sono ancora all’ordine del giorno. 

La considerazione della donna come oggetto di piacere, con o senza il suo volere, il “catcalling”, la concezione maschile di essere quasi “dotati di un’arma”, sono schemi da cui gli uomini per primi, tutti, anche i “migliori”, fanno fatica a uscire. È tempo che parta da questi “migliori” una nuova narrazione, è tempo che tra uomini ci si dica “smettila di pensare e dire queste cose”, è tempo che saltino sulle barricate, che canalizzino le proprie forze dove c’è il bisogno di farlo, che si indignino e si espongano, come stanno facendo tante donne in questo momento storico, per far sentire la propria voce.

Ed è proprio di far sentire la voce di coloro che patiscono un malessere profondo e spesso sono semplicemente in attesa di una spinta che squarci il silenzio, che si occupa la realtà sociale “Fuori la voce”. È un movimento che coinvolge una moltitudine di persone e si occupa di fare informazione su temi delicati quali la violenza contro le donne in ogni sua forma ed espressione e il bullismo giovanile. Il movimento ha inaugurato un nuovo magazine, per sopperire alla disinformazione generale sull’argomento e raccogliere delle testimonianze per dare voce – come riportato sul sito – “a chi voce non ha e a chi ha motivo di farsi sentire”.

Un’altra iniziativa molto concreta e interessante è quella ideata da Laura De Dilectis e gestita dal team di Donnexstrada: “Se non ti senti al sicuro scrivici e faremo partire una diretta”. L’idea nasce da un comportamento molto abituale tra le donne, quello di telefonare alle amiche mentre si percorrere un pezzo di strada a piedi, soprattutto di sera, per scongiurare aggressioni o molestie, o semplicemente per sentirsi più sicure. Accade però, che in piena notte, non sempre si riceva risposta a una telefonata, ed è qui che entra in gioco la pagina Instagram gestita da Donnexstrada.
Il progetto ha avuto vita lo scorso marzo, appena dopo il femminicidio della 33enne Sarah Everard, a Londra: “Non vogliamo più che qualcuno debba trovarsi da solo per strada, soprattutto di notte: per questo abbiamo pensato alle dirette”, spiegano le volontarie.
La diretta Instagram – come spiega il team di Donnexstrada – può essere pubblica o privata. Una volta effettuata la richiesta, un membro del gruppo di supporto chiede di specificare la città da dove si chiama e il tratto di strada da percorrere. In questo modo, in caso di pericolo, le volontarie possono contattare i numeri di emergenza dando informazioni precise su dove devono intervenire.

Certamente servono adeguamenti delle normative, servono maggiori tutele, ma serve anche e soprattutto che la società faccia un enorme salto in avanti verso un cambiamento culturale e iniziative come queste mostrano che schierarsi, in questo caso, è importante.