Con le tasche piene di felicità Gerardo Biscardi- Riceve il premio Olmo per la cultura.


Una scoperta da fare. “Con le tasche piene di felicità” insegna l’utilità dell’Amore, il delirio gioioso delle commistioni e delle composizioni della gioia di vivere, la scoperta della felicità.

In un paesino in provincia di Benevento, Sant’Agata dè Goti, vive Gerardo, un ragazzo di 18 anni che  frequenta l’ultimo anno dell’Istituto Tecnico Commerciale a indirizzo turistico . Gerardo è un ragazzo molto attivo che si batte per le pari opportunità, ossia dare alla persona con disabilità le stesse possibilità degli altri.

E’ affetto da una disabilità neuro-motoria, la diplegia spastica. Ha diversi hobby: la scrittura, la politica, ecc. Ogni mattina i suoi genitori l’accompagnano a scuola, dove con suoi compagni, che lo supportano nei momenti più difficili, ha un ottimo rapporto.

Gerardo, per quattro anni ha vissuto l’esperienza di Dynamo Camp, un struttura in provincia di Pistoia dove bambini con gravi disabilità possono avere un periodo di svago e divertimento. “E’ stato bellissimo, ho dedicato un capitolo del mio libro a questa esperienza. Nel campo ho potuto svolgere tante attività come l’arrampicata, equitazione, piscina, tiro con l’arco ecc.” Dopo le superiori Gerardo, ha deciso di iscriversi alla facoltà di Scienze Politiche Internazionali.

”Disabilmente.it” chiede

Quale messaggio vuoi dare con il tuo libro “Con le sacche piene di felicità”?

Il mio vuol essere un messaggio di forza e voglia di vivere. Bisogna sempre Inseguire i propri sogni nonostante le difficoltà oggettive.

Le persone, a volte, non riescono a guardare oltre la tetraparesi e altri
handicap . Secondo te cosa si potrebbe fare per insegnare loro a non avere paura dell’handicap?

Bisognerebbe insegnare alle persone la cultura della cooperazione e dello
scambio di esperienze, la diversità non deve far paura, ma deve arricchire.

Secondo te di cosa c’è bisogno nella tua città per garantire una vita piena alle persone disabili?

Innanzitutto bisogna avviare un processo di abbattimento delle barriere architettoniche, inoltre si dovrebbe creare una rete assistenziale.

Come vivi la carrozzina? Ti condizionano i pregiudizi che si hanno su questo ausilio?

Ho sempre considerato la mia sedia a rotelle come una compagna di viaggio, cerco di concentrarmi sempre sulle opportunità che essa può offrirmi

Ti sei mai sentito come il fumetto dell’articolo “Vivere la carrozzina”?

Si, anche a me è capitato di farmi la domanda: “E adesso?”, anche più di una volta.La società dovrebbe essere più civile.

 Pensi che “Disabilmente”, sito informativo sulla tetraparesi spastica e/o distonica, possa essere utile per abbattere le barriere mentali?

Sicuramente, il sito dà moltissime informazioni sulla patologia e sugli ausili, utili a migliorare la vita e l’autonomia.