Inserimento lavorativo persona con tetraparesi spastica e/o distonica. Legge 68/99

Per ogni persona l’inserimento lavorativo è una fase molto importante della propria vita, è un momento di crescita, arrivano le prime responsabilità, le prime gratificazioni, si diventa indipendenti economicamente. Spesso la persona affetta da tetraparesi spastica e/o distonica, non ha l’opportunità di vivere questo momento. Quando si parla di inserimento lavorativo delle persone con disabilità, si pensa subito alle persone con handicap cognitivo che possono svolgere un tipo di lavoro manuale dove bisogna stare in piedi, muovere bene le mani, …Questo ci porta a considerare la persona con un handicap fisico, che danneggia tutti e quattro gli arti, totalmente inabile.

Conoscere meglio la tetraparesi spastica e/o distonica renderebbe meno difficile individuare le potenzialità della persona, per poi avviare il suo inserimento nel mondo del lavoro. Ponendosi infatti le giuste domande, dare una opportunità lavorativa a chi ha questo handicap, non sarà più un’impresa impossibile!!.


In quale realtà lavorativa può essere inserita la persona disabile? In una azienda o in una cooperativa sociale?

Per trovare una adeguata collocazione lavorativa bisogna innanzitutto valutare la difficoltà della persona disabile. La Legge 68/99, scandisce molto bene le regole in materia; l’articolo 1 ha la finalità di promuovere l’inserimento e l’integrazione lavorativa delle persone disabili. A partire dal 1° gennaio 2018 le aziende con 15 dipendenti sono obbligate all’assunzione di una persona disabile. L’articolo 4  comma 3, prevede che il datore di lavoro possa computare ai fini della copertura della quota di riserva i lavoratori disabili dipendenti occupati con modalità di telelavoro, ai quali l’imprenditore affida una quantità di lavoro atta a procurare loro una prestazione continuativa corrispondente all’orario normale di servizio.  

Poiché ci sono persone con disabilità fisiche, come la tetraparesi spastica e/o distonica che pongono più limiti alla persona rispetto alle altre disabilità, lavorare da casa per loro sarebbe un’ ottima cosa. Spesso però le aziende non rispettano l’articolo 4 comma 3, ignorando l’esistenza del telelavoro e la persona disabile viene tagliata fuori. Ciò non deve scoraggiare né la persona disabile né tanto meno chi cerca una collocazione lavorativa a persone con questo handicap. Si può iniziare a pensare a un tipo di lavoro protetto. La persona con qualche piccolo disagio potrà essere collocata presso una Cooperativa Sociale o una Associazione dove ci sarà qualcuno che potrà aiutarla, durante le ore di lavoro, per le proprie necessità. Ciò è previsto dalla legge 381 del 1991 che parla di inserimento lavorativo nelle Cooperative Sociali delle categorie più fragili che necessitano di assistenza per entrare nel mercato del lavoro.

Ovviamente la struttura ospitante deve essere accessibile come stabilisce il D.M. 14 giugno 1989, n. 236:“Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata  e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”

Quali mansioni può svolgere?

La persona affetta da tetraparesi spastica e/o distonica  ha un grande alleato: l’informatica. Ciò significa che utilizzando il personal computer può lavorare svolgendo mansioni di: segreteria, web designer giornalista…  secondo la propria preparazione, come qualunque altra persona. La manualità della persona disabile nell’utilizzo del pc può essere più o meno ridotta, ma la tecnologia ha fatto dei passi avanti creando ausili che consentono di governare il computer anche con un piccolo movimento.


Come avere fiducia in un dipendente disabile?

Chi assume una persona disabile si sente una persona aperta, di larghe vedute, ma per rendere vero il rapporto lavorativo sotto tutti gli aspetti, bisogna passare all’azione. Ciò vuol dire considerare questa persona come un qualunque altro dipendente, con diritti e doveri, e iniziare ad avere fiducia nelle sue capacità. Certo all’inizio il datore di lavoro può essere un po’ combattuto: i pregiudizi, l’imbarazzo e, a volte, il timore di sbagliare prendono il sopravvento!! Come credere possibile che una persona con degli accentuati limiti motori nelle mani, nel linguaggio, possa, attraverso il pc, dimostrare di avere delle valide competenze su cui contare?.

Mettere alla “prova” il nuovo dipendente, per valutare le sue reali potenzialità senza preconcetti è il primo passo da compiere, si può iniziare anche affidandogli dei semplici incarichi di lavoro. Vedere come la persona disabile affetta da tetraparesi spastica e/o distonica sappia eseguire con tranquillità e competenza le mansioni a lei date utilizzando il pc, (anche con dei movimenti che possono sembrare strani) sarà un imput per iniziare ad avere fiducia e infine affidarle un vero e proprio lavoro. Il datore di lavoro si renderà conto di come i pregiudizi, possano essere artefici di grandi errori di valutazione ed essere fiero di aver vinto una vera e propria sfida!!